Cedolare secca per i negozi: Novità della legge di bilancio 2019
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sulla recente normativa che ha esteso il regime di cedolare secca alle locazioni dei negozi.
Per prima cosa: che cos’è la cedolare secca?
La cedolare secca è un’imposta facoltativa ad aliquota fissa sui redditi da locazione di immobili.
Per i contratti a canone libero, i cosiddetti “4 anni + 4”, l’aliquota è il 21% mentre per i contratti a canoni concordato l’aliquota è il 10%.
Possono aderire a questo regime fiscale solo i privati (persone fisiche) proprietari di immobili ad uso abitativo che danno in locazione l’immobile a persone fisiche e quindi non a società.
Dalla sua entrata in vigore nel 2011, sono stati fatti passi avanti.
Sicuramente un passo degno di nota riguarda la possibilità di applicare questo regime fiscale anche alle locazioni di negozi.
Il comma 59 della legge di stabilità 2019 ha ammesso al regime della cedolare secca, con aliquota al 21%, anche le unità immobiliari di categoria catastale C/1 (negozi e botteghe destinate ad attività commerciale di vendita o rivendita di prodotti).
Quali sono i requisiti?
Oltre alla categoria catastale, l’immobile oggetto della locazione deve avere una superficie non superiore ai 600 mq (escluse le pertinenze) e riguarda solo quei contratti stipulati nel 2019.
Il LOCATORE deve essere una persona fisica che non agisce nell’esercizio dell’attività d’impresa o di arti e professioni. Il CONDUTTORE, sia persone fisiche che giuridiche, deve svolgere un’attività commerciale.
La cedolare secca nasce con lo scopo di alleggerire il peso fiscale sulle locazioni e combattere il fenomeno, purtroppo assai diffuso, degli affitti in nero.
Su questa scia, auspichiamo che si possano fare ulteriori passi avanti.
Ad esempio la possibilità, per le locazioni ad uso abitativo, di optare per il regime di cedolare secca anche nel caso in cui il conduttore sia una persona giuridica ed estendere anche ad altre categorie catastali (es. A/10 – UFFICI) questa opzione.
Rimaniamo fiduciosi!
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